Mi libro Parejas homosexuales : ¿ Cuál es el problema? en español, en acceso libre y gratis


 

Puesto que ninguna editorial española o latinoamericana se anima a publicar mi libro Parejas homosexuales : ¿Cuál es el problema?, lo publico aquí en acceso libre. Con tristeza, a causa de la cobardía general y de la homofobia de los católicos y sus jefes, que no se interesan realmente por las personas homosexuales y no se percatan de la importancia del tema de la homosexualidad para el Mundo y la Iglesia. Estoy enterrando mi libro, y la edición española.
 

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CONTRAPORTADA (RESUMEN) :
La pregunta fundamental sobre la homosexualidad, que supera en importancia a todas las demás (« ¿ Debemos hablar de ella y cómo ? », « ¿ De qué es la señal ? », « ¿ Cómo se lidia con ésta ? », « ¿ Cómo acogemos a las personas afectadas ? », « ¿ A favor o en contra del matrimonio gay ? », « ¿ Es la comunidad LGTB un lobby tiránico que no representa a todos los homos ? », etc.), es ésta : « ¿ Cuál es el problema ? ¿ Qué hay de malo en que una pareja homo estable y respetuosa se ame, y en el hecho de enamorarse homosexualmente ? ¿ Por qué no sería Amor ? » Pregunta que, para los creyentes en Dios, se verá profundizada por la del pecado/Salvación y de la compatibilidad entre la práctica homosexual y la Voluntad divina. Para muchos de nuestros contemporáneos, el problema fundamental radicará incluso en la mismísima existencia de esta pregunta, o sea, ¡ en el simple hecho de plantearla y de hacer de la homosexualidad un « problema » !
Este libro de Philippe Ariño, él mismo católico y homosexual, se ha planteado sin embargo el reto de contestarla, elaborando dos columnas : el tomo 1 enumera los argumentos (50) en defensa de la pareja homo, el tomo 2 enumera los argumentos (41) en contra, con un contraargumento de refutación para cada uno de los 91 argumentos. ¡ Que comience la batalla !

 
 

Por último, para los que quieren entender la gravedad del documento Fiducia Supplicans (que es un error objetivo y una falsa acogida/un falso amor a las personas homosexuales), he aquí mi entrevista sobre las 8 mentiras que he encontrado en el documento de bendiciones de las parejas homos por el Vaticano.

L’injustice flagrante

Une bombe (Fiducia Supplicans sur les bénédictions des couples homos) explose dans l’Église. Je sors un livre sur l’homosexualité et suis l’un des seuls à expliquer et à pouvoir désamorcer publiquement la bombe. Croyez-vous que je serais ne serait-ce que consulté par les médias cathos et les chefs religieux ? Absolument rien! C’est fou, cette indifférence, cet abandon, ce mépris. Vous vous rendez compte du degré d’homophobie dans l’Église ?!? de l’injustice?! de la fermeture des cœurs ?!

Étude sur la magie noire

 

J’avance en ce moment sur ma connaissance de la magie noire, en lisant des livres sur les rituels de sorcellerie, et en observant que l’occultisme est de plus en plus pratiqué par toutes les couches de la société (en particulier les jeunes), y compris sous l’excuse de l’artistique, du divertissement, du bien-être et de la guérison. Je veux identifier et dénoncer ce qui est en train de se passer dans les chambres, les hôpitaux, les loges maçonniques, les plateaux télé, et même parfois les églises.

Les francs-maçons s’en prennent à moi

 

Apparemment, je me fais attaquer fort et traîner dans la boue en ce moment par Franc-Tireur (journal signé à son insu, car, comme je le démontre, « quand c’est franc, c’est que c’est franc-mac’ »). Je ne lirai pas. On m’a toujours dit de ne pas accorder trop d’importance au mal. Mais voilà, les francs-maçons s’en prennent à moi, et je sais à peu près qui se trouvent derrière. C’est signe que c’est bientôt leur fin. Et je n’ai pas peur : je sais qui a gagné. Leurs attaques injustes sont déjà un aveu de défaite et de bêtise.

Intervista completa in italiano per la rivista Il Timone sulle benedizioni per le coppie omosessuali (giornalista : Raffaella Frullone)


 

Philippe Ariño, scrittore francese gay e cattolico di 43 anni, che ha appena pubblicato il saggio Coppie omosessuali : qual è il problema ? (edizioni Falcon). Articolo ridotto in Il Timone, per Raffaella Frullone.
 

Di fronte a Fiducia Supplicans, sto provando 3 emozioni molto diverse ! Rabbia, risata e fascino.
 
 

1) Rabbia :
 

Fiducia Supplicans dimostra ancora una volta che, anche quando apparentemente si parla di noi cattolici gay, non si parla di noi, né con noi !
 

Ci sono misure che ci riguardano specificamente e che sono molto più urgenti delle benedizioni : farci uscire dall’isolamento e dall’abbandono, invitarci, ascoltarci davvero (invece di parlare di noi e al nostro posto), spiegare perché praticare l’omosessualità è/sarebbe un peccato, scoprire la ricchezza della cultura omosessuale e la bontà/bellezza delle persone omosessuali, studiare l’eterosessualità e l’omofobia, aprire il sacerdozio agli omosessuali veramente continenti, aiutarci a vivere la continenza (se non possiamo essere sacerdoti o sposarci), e così via.

Io, non voglio affatto essere benedetto. Voglio essere amato (come mi ama Gesù)!
 
 

2) Risata (nervosa) :
 

Ci stanno dando quello che non abbiamo mai chiesto. E non ci danno quello che chiediamo da tempo. Fiducia Supplicans è un regalo avvelenato con un sacco di bugie (ne ho trovate 8) :
 

Bugia n°1 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non giustifica nulla e non promuove nulla. È FALSO. Essa promuove implicitamente l’atto omosessuale, l’unione omosessuale come coppia e come Amore. Poiché nel testo non si parla di benedire gli omosessuali individualmente, o ciascuna delle due persone che compongono la coppia omosessuale. Il testo dice esplicitamente « benedizioni di coppie dello stesso sesso » (l’espressione è usata 7 volte).
 

Bugia n°2 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non è sacramentale o liturgica. È FALSO. Essa è distribuita da un sacerdote, che è un ministro ordinato che distribuisce anche i sacramenti e che, quando benedice, generalmente non nomina il male (in questo caso perché non lo vede nella pratica omosessuale fedele e rispettosa) e non nomina il percorso di conversione per uscire dall’atto peccaminoso (continenza e separazione della coppia). Quindi, in termini pratici, la sua benedizione giustificherà la coppia-atto omosessuale.
 

Bugia n°3 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non ha valore sacramentale e quindi non ha nulla a che fare con il matrimonio. È FALSO. Bisogna tener conto della realtà intenzionale e fantasmatica di una legge o di un rito. Queste benedizioni sono richieste come sacramenti, o comunque come ciò che conduce ad essi. Come l’Unione Civile era stata richiesta come trampolino di lancio verso il matrimonio civile, così la benedizione è, nelle intenzioni, richiesta come anticipazione del matrimonio religioso. E le coppie benedette non si accontenteranno per molto di un gesto religioso « di serie B » e « clandestino ».
 

Bugia n°4 : Ci viene detto che le benedizioni tradizionali non saranno snaturate dalle nuove benedizioni. È FALSO. Una benedizione religiosa è sempre individuale (anche se rivolge a una folla). Non collettiva. L’Amore può contare solo fino a 1.
 

Bugia n°5 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non è normativa o ufficiale, perché è discrezionale e facoltativa. È FALSO : È un’opzionalizzazione pubblica, di massa ed universale. Ed approvata dal papa e dal Dicastero. Ogni minoranza fa parte della maggioranza e ha un impatto su questa. E la maggioranza è fatta di minoranze.
 

Bugia n°6 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è biblica e cristica (Ci parlano di benedizioni nella Bibbia). È FALSO : Non ho mai visto Gesù benedire coppie adultere o omosessuali.
 

Bugia n°7 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è un aiuto o una richiesta di aiuto. È FALSO : Non è una richiesta di aiuto per trovare la forza di vivere ciò che la Chiesa chiede (la continenza), ma una richiesta di adesione, di approvazione.
 

Bugia n°8 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è un modo per dire ai gay che la Chiesa e Dio li amano. È FALSO. Amarci significa nominare il male, chiederci la continenza, ma in cambio ascoltarci, accoglierci, offrirci i mezzi di un apostolato di Fuoco che includa pienamente la nostra omosessualità. E significa anche riconoscere umilmente la vostra omofobia.
 
 

3) Il fascino :
 

Mentre noi cattolici omosessuali amiamo il papa, pur riconoscendo che Fiducia Supplicans è un errore, ci troviamo in mezzo tra i cardinali progressisti che vogliono il nostro bene (ma senza di noi !), e i cardinali conservatori che non vogliono nulla per noi, ma soprattutto non vogliono parlare di noi e lasciarci parlare, e che si concentrano sulla nozione di « peccato » (senza mai spiegare perché l’omosessualità sarebbe un peccato) e sul loro attacco al papa…
 

In realtà, sto scoprendo un fenomeno sconcertante, quasi incredibile, e che non è compreso talmente è paradossale : nonostante le apparenze, i veri artigiani di Fiducia Supplicans non sono i cardinali progressisti, ma i cardinali conservatori e omofobi. So che è difficile da credere, ma è la verità !
 

I tradizionalisti anti-papa Francesco si sono già distinti in passato per le loro appassionate « suppliche » correttive, sedicenti filiali. In Francia, almeno, in questo sono degli specialisti ! Infatti, per esprimere il loro disaccordo (in modo mellifluo, non frontale, ma comunque molto teatrale e con un eccesso di disperazione lamentosa), utilizzano generalmente due tecniche discorsive : o vestono la loro protesta o indignazione con una postura falsamente interrogativa (pubblicano dubias, cioè « dubbi », in cui dicono ipocritamente di « interrogarsi »), o vestono la loro opposizione con una postura di una Passionaria sbalordita e supplichevole. Fiducia Supplicans porta dunque la firma della fazione episcopale e cardinalizia conservatrice, anche se tutto sembra indicare il contrario (ma questa è una strategia di distrazione dei tradizionalisti per incolpare i nemici progressisti). Proprio così !
 

Davanti, i cardinali conservatori ci ignorano. Di dietro, ci demonizzano (come una « lobby », un gruppo di degenerati che sfilano ai Gay Pride o negli emicicli, o come una pericolosa ideologia chiamata « Gender ») e ci disprezzano (il cardinale Müller, ad esempio, sostiene che « l’omofobia non esiste » ; il cardinale Sarah ha descritto il movimento gay esplicitamente come « la seconda Bestia dell’Apocalisse »). Inoltre, invece di impedire al papa e ai cardinali progressisti di dire fesserie, li lasciano fare, per poi piombar loro addosso, sostenendo ipocritamente che non stanno attaccando le persone, ma le loro parole e le loro azioni. Per esempio, in questo momento il cardinale Sarah sostiene pubblicamente che « attaccare Fiducia Supplicans non è attaccare il Papa »… ma dietro le quinte si circonda di persone che insultano e disprezzano apertamente il pontefice (il suo editore, in particolare). O usa un linguaggio volutamente forte, metaforico e soprannaturale che sottintende di associare il papa al « Divisore », all’Anticristo e al « Padre della Menzogna ». E non aspetta altro che gli altri arrivino alle conclusioni da soli… E sui social network usa parole pungenti (« eresia », « diabolico ») che violano il suo dovere di riservatezza, rispetto e obbedienza al papa, il suo giuramento cardinalizio. Di fatto, è possibile opporsi a un parere o a un documento papale senza per forza usare parole grosse, e senza sguinzagliare i propri cani contro il suo nemico, sostenendo poi che « non è stato lui ma i suoi cani ».
 

Quindi sì, il doppio gioco di Dottor Jekyll e Mister Hyde di alcuni cardinali mi porta a dire che Fiducia Supplicans non solo gli fa comodo (è un’occasione d’oro per attaccare il papa, con un perfetto alibi!), ma è senza dubbio opera del campo che non ci aspetteremmo e che nessuno sospetterà: il campo conservatore. Padre James Martin, il cardinale Victor Manuel Fernandez e i prelati progressisti sono gli « utili idioti » della storia. I perfetti capri espiatori! E questo è semplicemente affascinante. La telenovela ecclesiastica del 2024 ! Preparo i popcorn ! Offro io !

Une nouvelle fois, Antoine Pasquier (de Famille Chrétienne) fait preuve d’homophobie

 

Une nouvelle fois, Antoine Pasquier (rédac-chef de Famille Païenne) botte en touche concernant Fiducia Supplicans (bénédictions de couples homos) et évite le problème (juste pour calmer le jeu et les esprits).
 

Il parle de confusion puis de réconciliation, mais en n’abordant pas de l’objet de la discorde (l’homosexualité en tant que pratique) et surtout des sujets de la discorde et l’enjeu qu’ils pointent (les homos et l’Amour ecclésial à leur égard). Toujours la même homophobie (qui se fait passer pour de l’unité et de la pondération).

Droit de réponse à l’accusation d’homophobie intériorisée de Médiapart à mon encontre


 

Honnêtement, j’aurais autre chose à faire que de devoir me justifier d’une accusation infondée, diffamatoire et homophobe de la part des journaux Mediapart et Libération à mon encontre il y a quelques jours. Mais je vais quand même, pour rassurer mes proches et me défendre, exercer mon droit de réponse et clarifier ici mes propos tenus il y a plus de 10 ans en conférence devant les élèves du lycée parisien Stanislas (propos qui sont spectaculairement décontextualisés, coupés au montage, voire déformés sur les réseaux, afin de me faire passer pour un odieux « extrémiste souffrant d’homophobie intériorisée » : c’est le Monde à l’envers). Je me fais même insulter par certains frères homos, alors même qu’ils ne me connaissent pas. C’est grave. Et je vais garder précieusement ce monceau d’insultes homophobes et anticléricales.
 
 

Voilà ce qui m’est reproché par Mediapart :
 

1) d’avoir parlé du lien entre viol et homosexualité, et d’avoir défini la tendance homosexuelle comme un « désir de viol » (donc, en gros, d’avoir homosexualisé le viol et culpabilisé les homos, sali la communauté toute entière).
 

2) d’avoir qualifié certaines lesbiennes de « harpies » (donc d’être lesbophobe).
 

3) d’être homo abstinent sexuel (donc, selon Mediapart, homosexuel refoulé et homophobe).
 

4) d’être extrême et catholique (donc dangereux).
 

5) d’avoir parlé d’homosexualité (donc d’avoir fait de mon cas une généralité et d’avoir en quelque sorte usurpé tous les autres homos en m’exprimant à leur place).
 

6) de m’être exprimé devant un public jeune et donc fragile et perméable à mes idées (abus de faiblesse, encouragement inconscient aux suicides et au harcèlement scolaire).
 
 

Je vais reprendre chacun des 6 points pour les démentir, et montrer que l’homophobie n’est pas du côté qu’on croit… :
 

1) Concernant l’homosexualité comme fantasme de viol, ça va faire plus de 20 ans que je traite du sujet (j’ai à ma connaissance plus d’une centaine d’amis homos qui m’ont avoué avoir subi un viol dans leur enfance ; et j’ai écrit plusieurs ouvrages sur les mécanismes de l’homophobie). Je vais répéter pour une énième fois que je n’ai jamais homosexualisé le viol ni causalisé le viol à l’homosexualité (moi-même je n’ai pas été violé, et je connais beaucoup d’amis homos qui ne l’ont pas été : dans notre cas, l’identification aux icônes du viol – soit la femme violée cinématographique soit le macho viril dominateur -, très répandue dans la communauté LGBT, est plus de l’ordre du symbole, du fantasme, et sera le signe non pas d’un viol réellement vécu mais d’une panne identitaire, d’une insécurité existentielle). Autrement dit, j’insiste sur le rapport NON-CAUSAL – mais néanmoins réel et signifiant – entre homosexualité et viol, en soulignant devant les élèves qu’il faut absolument bannir la croyance absurde que « toute personne homo aurait été violée ou bien que toute personne violée deviendrait homo ». Mais néanmoins, qu’il faut connaître ce lien. Au moins pour que l’horreur qu’ont vécue certains de mes amis ne tombent pas dans l’oubli, au nom d’une idéalisation/victimisation gay friendly de l’homosexualité. Car le déni de viol, c’est de la vraie homophobie, pour le coup!
 

2) Quand je parle des harpies, je recontextualise : c’était d’une part une comparaison (pas une analogie : comparaison n’est pas définition. Je rappelle cette évidence…), et d’autre part (et surtout!) la qualification d’un comportement, d’un acte (récurrent, mais que je ne généralise pas à toutes les lesbiennes). Je ne fais que dénoncer un phénomène méconnu du grand public (qui, par sexisme féministe misandre, idéalise les relations amoureuses lesbiennes, alors que la plupart sont tout sauf douces) : la maltraitance (emprise psychologique, chantage, disputes, harcèlement, sadomasochisme, bagarres, coups et blessures, viols, féminicides, meurtres…) au sein de beaucoup de couples lesbiens. Et ce n’est malheureusement pas un épiphénomène : cette lesbophobie lesbienne atteint un tel point (car au centre LGBT de Paris, il existait déjà depuis longtemps des « cellules de crise », des groupes de parole et de gestion de ces conflits, spécifiques à ces violences domestiques et conjugales) qu’elle a même fait l’objet il y a 3 ans d’un signalement et d’un projet de loi à l’Assemblée nationale (porté par la députée lesbienne Laurence Vanceunebrock) ! C’est dire si je n’exagère et n’invente rien (je ne fais que parler d’une réalité, et défendre de nombreuses lesbiennes qui souffrent en silence). Le terme « harpies » n’est même pas assez fort pour qualifier les comportements que certaines lesbiennes adoptent les unes avec d’autres. Des amies lesbiennes m’ont assuré « qu’elles n’étaient sorties qu’avec des folles », m’ont raconté toutes les histoires de maltraitance physique qu’elles ont vécues ou dont elles ont été témoins, me parlent de la violence dans le milieu lesbien (j’ai même rencontré une patronne de bar qui a testé la gestion d’un bar gay puis ensuite celle d’un bar lesbien : entre mecs, zéro bagarre, dans toute l’histoire de l’établissement ; en revanche, dans son bar lesbien, plusieurs bagarres. CQFD). Et les assos et clubs SM lesbiens existent depuis très longtemps dans les capitales occidentales. Par conséquent, qu’on ne vienne pas me traiter de « lesbophobe », ou me dire que je créerais ce que je dénonce. Sinon, je sortirai les gros dossiers (dossiers qui feront rougir de honte mes accusateurs, pour non-assistance à personnes en danger !)
 

3) On me présente comme « homo abstinent ». Nuance: Je n’étais pas « abstinent » (refoulement et dissimulation d’homosexualité) mais « continent » (don de mon homosexualité non-pratiquée) à l’époque. Continence que j’ai vécue exclusivement de 2011 à 2016 (Aujourd’hui, je la vis par intermittence). Je dirais à mes détracteurs ceci : d’abord, que même à l’époque de ma conférence à Stan, je ne me suis jamais posé comme modèle obligatoire (c’était mon choix perso et libre) ; ensuite, que j’ai toujours questionné (non condamné, et encore moins prohibé) la pratique homo (et il y a de quoi ! Les couples homos stables, fidèles, rayonnants et heureux, ne courent pas les rues! On est donc largement en droit de le questionner !) ; et enfin, que, jusqu’à preuve du contraire, je fais ce que je veux de mon coeur et de mon cul (tant que c’est dans le respect et le consentement des autres). Se sentir homo depuis l’enfance et bien le vivre – ce qui est mon cas -, ne m’oblige en rien à être en couple ou à défendre le couple-acte homo, que je sache. Il n’y a pas qu’une seule et unique manière d’être homo et de vivre son homosexualité. Merci de ne pas imposer votre modèle unique d’être homo (la pratique homo), en taxant l’exception d’« homophobe » ou d’« homo frustré ». Moi, je m’affiche ouvertement homo depuis plus de 20 ans, et m’assume. Y’a pire comme modèle d’homosexualité « honteuse d’elle-même »! Et je pense que mes détracteurs de Mediapart n’en ont pas fait autant.
 

4) On me dit « extrême ». Euh… Je suis de gauche (et pas « gauche caviar », et surtout pas macroniste ni mélenchoniste). De gauche chrétienne. Vous appelez ça « extrémiste »? Ça va faire 12 ans qu’en mon âme et conscience je ne vote plus à aucune élection présidentielle, et que je me fais rejeter par l’ensemble des catholiques (acquis majoritairement à la droite, à l’extrême droite, à la Franc-Maçonnerie, et au carriérisme) qui me regardent de travers, m’ignorent, me méprisent, me virent de leurs institutions, sont homophobes à mon encontre, parce que je me dis ouvertement de gauche et ami des pauvres, et que je parle d’homosexualité un peu trop à leur goût… et vous osez me dire que je suis un « catholique extrémiste » ?!? WTF.
 

5) Je n’ai jamais fait de généralités ou d’exagérations sur les homos en parlant du sujet. En prenant toujours soin d’aimer toute personne homo, de nuancer mon propos constamment (la preuve avec mon tout dernier livre Couples homosexuels : c’est quoi le problème ?, où je défends tous les avis que j’ai pu entendre sur l’homosexualité, en essayant de comprendre chacun), en luttant même contre mon propre scepticisme par rapport aux couples homos, et en montrant aussi les couples homos réussis et épanouis, les beautés et richesses de la culture homo (injustement boudée et salie par la plupart des homos eux-mêmes). Alors comment osez-vous me traiter d’homo refoulé ou d’homophobe intériorisé? Vous devriez avoir honte de vous attaquer à moi, en fait. Honte de votre homophobie (que vous déguisez en lutte contre l’homophobie intériorisée). Je suis autant homosexuel que vous. Si ce n’est plus!
 

6) Oui, j’ai parlé devant un public de jeunes. Et je ne regrette pas. Les jeunes ont besoin d’entendre parler de sexualité, d’Amour, d’homosexualité, d’homophobie, et autrement que par la doxa pro-gays qui n’explique jamais rien et qui justifie tout ce qui va dans le sens de son relativisme libertin, … car ces sujets angoissent et blessent beaucoup les jeunes d’aujourd’hui. Et je me souviens même qu’à Stanislas, j’avais reçu un super accueil, et que j’avais senti que mes interventions avaient non seulement contribué à faire reculer l’homophobie, avaient rendu l’homosexualité amicale, drôle, incarnée et accessible (j’avais même désamorcé un début de harcèlement à l’encontre d’un élève que certains commençaient à embêter parce qu’il était différent et maniéré), mais aussi avaient libéré la plupart des participants. Je ne vais pas m’excuser de ça, et encore moins laisser certains médias anticléricaux, et gays friendly homophobes, salir ce moment-là.

L’accusation d’ « homophobie intériorisée » pour se justifier d’être homophobe à mon encontre

L’homophobie intériorisée, c’est souvent l’excuse (homophobe!) que se trouve toute personne homosexuelle pour en attaquer une autre sous prétexte qu’elle n’est pas d’accord avec elle. En quelque sorte, c’est de l’homophobie communautaire, fratricide, entre homos, donc, pour le coup, bien « intériorisée », en effet.

Au revoir Ghislaine

Pointe de tristesse et émotion ce matin, lors de ma rencontre avec ma conseillère RSA (Ghislaine Fauzar, une femme extraordinaire, qui a compris mon combat, et a toujours défendu ma liberté), car j’ai appris qu’après 3 ans d’accompagnement, elle devait passer la main à un autre accompagnateur. C’était notre dernière rencontre. Nous étions tous les deux émus, car un lien de confiance s’est tissé.
 

Par ailleurs, sur le chemin du retour en métro, j’ai assisté à une scène merveilleuse : une jeune femme noire trentenaire, pas du tout illuminée, et très certainement protestante, a pris la parole dans ma rame assez bondée, non pour demander de l’argent, mais pour évangéliser et dire à tous que « Jésus nous aime et nous sauve ». Son discours était habité, et elle a pu trouver en moi, dans mon regard et mes acquiescements, un vrai soutien à distance qui a donné à son discours une joie, un zèle et du coeur. Je lui ai envoyé, au moment de descendre, des bisous de loin, et elle m’a dit, toute heureuse « Sois béni! ». Très beau moment. Le métro parisien comme je l’aime, et aussi, avec une teinte de Fin des Temps.

Maintenant, je suis limite regardé comme un homophobe par les évêques et cardinaux

Je suis étonné de voir la complaisance de beaucoup par rapport à Fiducia Supplicans : pour eux, ce document ne pose aucun problème… Ce relativisme bienpensant m’hallucine. Et beaucoup aussi ne voient pas où est le mal dans la pratique homo. Y compris des évêques et des cardinaux. Je suis même tombé sur un frère religieux qui m’a dit fièrement qu’il avait béni un couple de lesbiennes… Je suis même regardé maintenant par les catholiques et les chefs religieux comme un « excessif », voire un homophobe (après avoir été regardé comme un « souffrant »). C’est le Monde à l’envers. Et l’Église à l’envers.