Étude sur la magie noire

 

J’avance en ce moment sur ma connaissance de la magie noire, en lisant des livres sur les rituels de sorcellerie, et en observant que l’occultisme est de plus en plus pratiqué par toutes les couches de la société (en particulier les jeunes), y compris sous l’excuse de l’artistique, du divertissement, du bien-être et de la guérison. Je veux identifier et dénoncer ce qui est en train de se passer dans les chambres, les hôpitaux, les loges maçonniques, les plateaux télé, et même parfois les églises.

Les francs-maçons s’en prennent à moi

 

Apparemment, je me fais attaquer fort et traîner dans la boue en ce moment par Franc-Tireur (journal signé à son insu, car, comme je le démontre, « quand c’est franc, c’est que c’est franc-mac’ »). Je ne lirai pas. On m’a toujours dit de ne pas accorder trop d’importance au mal. Mais voilà, les francs-maçons s’en prennent à moi, et je sais à peu près qui se trouvent derrière. C’est signe que c’est bientôt leur fin. Et je n’ai pas peur : je sais qui a gagné. Leurs attaques injustes sont déjà un aveu de défaite et de bêtise.

Intervista completa in italiano per la rivista Il Timone sulle benedizioni per le coppie omosessuali (giornalista : Raffaella Frullone)


 

Philippe Ariño, scrittore francese gay e cattolico di 43 anni, che ha appena pubblicato il saggio Coppie omosessuali : qual è il problema ? (edizioni Falcon). Articolo ridotto in Il Timone, per Raffaella Frullone.
 

Di fronte a Fiducia Supplicans, sto provando 3 emozioni molto diverse ! Rabbia, risata e fascino.
 
 

1) Rabbia :
 

Fiducia Supplicans dimostra ancora una volta che, anche quando apparentemente si parla di noi cattolici gay, non si parla di noi, né con noi !
 

Ci sono misure che ci riguardano specificamente e che sono molto più urgenti delle benedizioni : farci uscire dall’isolamento e dall’abbandono, invitarci, ascoltarci davvero (invece di parlare di noi e al nostro posto), spiegare perché praticare l’omosessualità è/sarebbe un peccato, scoprire la ricchezza della cultura omosessuale e la bontà/bellezza delle persone omosessuali, studiare l’eterosessualità e l’omofobia, aprire il sacerdozio agli omosessuali veramente continenti, aiutarci a vivere la continenza (se non possiamo essere sacerdoti o sposarci), e così via.

Io, non voglio affatto essere benedetto. Voglio essere amato (come mi ama Gesù)!
 
 

2) Risata (nervosa) :
 

Ci stanno dando quello che non abbiamo mai chiesto. E non ci danno quello che chiediamo da tempo. Fiducia Supplicans è un regalo avvelenato con un sacco di bugie (ne ho trovate 8) :
 

Bugia n°1 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non giustifica nulla e non promuove nulla. È FALSO. Essa promuove implicitamente l’atto omosessuale, l’unione omosessuale come coppia e come Amore. Poiché nel testo non si parla di benedire gli omosessuali individualmente, o ciascuna delle due persone che compongono la coppia omosessuale. Il testo dice esplicitamente « benedizioni di coppie dello stesso sesso » (l’espressione è usata 7 volte).
 

Bugia n°2 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non è sacramentale o liturgica. È FALSO. Essa è distribuita da un sacerdote, che è un ministro ordinato che distribuisce anche i sacramenti e che, quando benedice, generalmente non nomina il male (in questo caso perché non lo vede nella pratica omosessuale fedele e rispettosa) e non nomina il percorso di conversione per uscire dall’atto peccaminoso (continenza e separazione della coppia). Quindi, in termini pratici, la sua benedizione giustificherà la coppia-atto omosessuale.
 

Bugia n°3 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non ha valore sacramentale e quindi non ha nulla a che fare con il matrimonio. È FALSO. Bisogna tener conto della realtà intenzionale e fantasmatica di una legge o di un rito. Queste benedizioni sono richieste come sacramenti, o comunque come ciò che conduce ad essi. Come l’Unione Civile era stata richiesta come trampolino di lancio verso il matrimonio civile, così la benedizione è, nelle intenzioni, richiesta come anticipazione del matrimonio religioso. E le coppie benedette non si accontenteranno per molto di un gesto religioso « di serie B » e « clandestino ».
 

Bugia n°4 : Ci viene detto che le benedizioni tradizionali non saranno snaturate dalle nuove benedizioni. È FALSO. Una benedizione religiosa è sempre individuale (anche se rivolge a una folla). Non collettiva. L’Amore può contare solo fino a 1.
 

Bugia n°5 : Ci viene detto che questa nuova benedizione non è normativa o ufficiale, perché è discrezionale e facoltativa. È FALSO : È un’opzionalizzazione pubblica, di massa ed universale. Ed approvata dal papa e dal Dicastero. Ogni minoranza fa parte della maggioranza e ha un impatto su questa. E la maggioranza è fatta di minoranze.
 

Bugia n°6 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è biblica e cristica (Ci parlano di benedizioni nella Bibbia). È FALSO : Non ho mai visto Gesù benedire coppie adultere o omosessuali.
 

Bugia n°7 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è un aiuto o una richiesta di aiuto. È FALSO : Non è una richiesta di aiuto per trovare la forza di vivere ciò che la Chiesa chiede (la continenza), ma una richiesta di adesione, di approvazione.
 

Bugia n°8 : Ci viene detto che questa nuova benedizione è un modo per dire ai gay che la Chiesa e Dio li amano. È FALSO. Amarci significa nominare il male, chiederci la continenza, ma in cambio ascoltarci, accoglierci, offrirci i mezzi di un apostolato di Fuoco che includa pienamente la nostra omosessualità. E significa anche riconoscere umilmente la vostra omofobia.
 
 

3) Il fascino :
 

Mentre noi cattolici omosessuali amiamo il papa, pur riconoscendo che Fiducia Supplicans è un errore, ci troviamo in mezzo tra i cardinali progressisti che vogliono il nostro bene (ma senza di noi !), e i cardinali conservatori che non vogliono nulla per noi, ma soprattutto non vogliono parlare di noi e lasciarci parlare, e che si concentrano sulla nozione di « peccato » (senza mai spiegare perché l’omosessualità sarebbe un peccato) e sul loro attacco al papa…
 

In realtà, sto scoprendo un fenomeno sconcertante, quasi incredibile, e che non è compreso talmente è paradossale : nonostante le apparenze, i veri artigiani di Fiducia Supplicans non sono i cardinali progressisti, ma i cardinali conservatori e omofobi. So che è difficile da credere, ma è la verità !
 

I tradizionalisti anti-papa Francesco si sono già distinti in passato per le loro appassionate « suppliche » correttive, sedicenti filiali. In Francia, almeno, in questo sono degli specialisti ! Infatti, per esprimere il loro disaccordo (in modo mellifluo, non frontale, ma comunque molto teatrale e con un eccesso di disperazione lamentosa), utilizzano generalmente due tecniche discorsive : o vestono la loro protesta o indignazione con una postura falsamente interrogativa (pubblicano dubias, cioè « dubbi », in cui dicono ipocritamente di « interrogarsi »), o vestono la loro opposizione con una postura di una Passionaria sbalordita e supplichevole. Fiducia Supplicans porta dunque la firma della fazione episcopale e cardinalizia conservatrice, anche se tutto sembra indicare il contrario (ma questa è una strategia di distrazione dei tradizionalisti per incolpare i nemici progressisti). Proprio così !
 

Davanti, i cardinali conservatori ci ignorano. Di dietro, ci demonizzano (come una « lobby », un gruppo di degenerati che sfilano ai Gay Pride o negli emicicli, o come una pericolosa ideologia chiamata « Gender ») e ci disprezzano (il cardinale Müller, ad esempio, sostiene che « l’omofobia non esiste » ; il cardinale Sarah ha descritto il movimento gay esplicitamente come « la seconda Bestia dell’Apocalisse »). Inoltre, invece di impedire al papa e ai cardinali progressisti di dire fesserie, li lasciano fare, per poi piombar loro addosso, sostenendo ipocritamente che non stanno attaccando le persone, ma le loro parole e le loro azioni. Per esempio, in questo momento il cardinale Sarah sostiene pubblicamente che « attaccare Fiducia Supplicans non è attaccare il Papa »… ma dietro le quinte si circonda di persone che insultano e disprezzano apertamente il pontefice (il suo editore, in particolare). O usa un linguaggio volutamente forte, metaforico e soprannaturale che sottintende di associare il papa al « Divisore », all’Anticristo e al « Padre della Menzogna ». E non aspetta altro che gli altri arrivino alle conclusioni da soli… E sui social network usa parole pungenti (« eresia », « diabolico ») che violano il suo dovere di riservatezza, rispetto e obbedienza al papa, il suo giuramento cardinalizio. Di fatto, è possibile opporsi a un parere o a un documento papale senza per forza usare parole grosse, e senza sguinzagliare i propri cani contro il suo nemico, sostenendo poi che « non è stato lui ma i suoi cani ».
 

Quindi sì, il doppio gioco di Dottor Jekyll e Mister Hyde di alcuni cardinali mi porta a dire che Fiducia Supplicans non solo gli fa comodo (è un’occasione d’oro per attaccare il papa, con un perfetto alibi!), ma è senza dubbio opera del campo che non ci aspetteremmo e che nessuno sospetterà: il campo conservatore. Padre James Martin, il cardinale Victor Manuel Fernandez e i prelati progressisti sono gli « utili idioti » della storia. I perfetti capri espiatori! E questo è semplicemente affascinante. La telenovela ecclesiastica del 2024 ! Preparo i popcorn ! Offro io !

Une nouvelle fois, Antoine Pasquier (de Famille Chrétienne) fait preuve d’homophobie

 

Une nouvelle fois, Antoine Pasquier (rédac-chef de Famille Païenne) botte en touche concernant Fiducia Supplicans (bénédictions de couples homos) et évite le problème (juste pour calmer le jeu et les esprits).
 

Il parle de confusion puis de réconciliation, mais en n’abordant pas de l’objet de la discorde (l’homosexualité en tant que pratique) et surtout des sujets de la discorde et l’enjeu qu’ils pointent (les homos et l’Amour ecclésial à leur égard). Toujours la même homophobie (qui se fait passer pour de l’unité et de la pondération).

Droit de réponse à l’accusation d’homophobie intériorisée de Médiapart à mon encontre


 

Honnêtement, j’aurais autre chose à faire que de devoir me justifier d’une accusation infondée, diffamatoire et homophobe de la part des journaux Mediapart et Libération à mon encontre il y a quelques jours. Mais je vais quand même, pour rassurer mes proches et me défendre, exercer mon droit de réponse et clarifier ici mes propos tenus il y a plus de 10 ans en conférence devant les élèves du lycée parisien Stanislas (propos qui sont spectaculairement décontextualisés, coupés au montage, voire déformés sur les réseaux, afin de me faire passer pour un odieux « extrémiste souffrant d’homophobie intériorisée » : c’est le Monde à l’envers). Je me fais même insulter par certains frères homos, alors même qu’ils ne me connaissent pas. C’est grave. Et je vais garder précieusement ce monceau d’insultes homophobes et anticléricales.
 
 

Voilà ce qui m’est reproché par Mediapart :
 

1) d’avoir parlé du lien entre viol et homosexualité, et d’avoir défini la tendance homosexuelle comme un « désir de viol » (donc, en gros, d’avoir homosexualisé le viol et culpabilisé les homos, sali la communauté toute entière).
 

2) d’avoir qualifié certaines lesbiennes de « harpies » (donc d’être lesbophobe).
 

3) d’être homo abstinent sexuel (donc, selon Mediapart, homosexuel refoulé et homophobe).
 

4) d’être extrême et catholique (donc dangereux).
 

5) d’avoir parlé d’homosexualité (donc d’avoir fait de mon cas une généralité et d’avoir en quelque sorte usurpé tous les autres homos en m’exprimant à leur place).
 

6) de m’être exprimé devant un public jeune et donc fragile et perméable à mes idées (abus de faiblesse, encouragement inconscient aux suicides et au harcèlement scolaire).
 
 

Je vais reprendre chacun des 6 points pour les démentir, et montrer que l’homophobie n’est pas du côté qu’on croit… :
 

1) Concernant l’homosexualité comme fantasme de viol, ça va faire plus de 20 ans que je traite du sujet (j’ai à ma connaissance plus d’une centaine d’amis homos qui m’ont avoué avoir subi un viol dans leur enfance ; et j’ai écrit plusieurs ouvrages sur les mécanismes de l’homophobie). Je vais répéter pour une énième fois que je n’ai jamais homosexualisé le viol ni causalisé le viol à l’homosexualité (moi-même je n’ai pas été violé, et je connais beaucoup d’amis homos qui ne l’ont pas été : dans notre cas, l’identification aux icônes du viol – soit la femme violée cinématographique soit le macho viril dominateur -, très répandue dans la communauté LGBT, est plus de l’ordre du symbole, du fantasme, et sera le signe non pas d’un viol réellement vécu mais d’une panne identitaire, d’une insécurité existentielle). Autrement dit, j’insiste sur le rapport NON-CAUSAL – mais néanmoins réel et signifiant – entre homosexualité et viol, en soulignant devant les élèves qu’il faut absolument bannir la croyance absurde que « toute personne homo aurait été violée ou bien que toute personne violée deviendrait homo ». Mais néanmoins, qu’il faut connaître ce lien. Au moins pour que l’horreur qu’ont vécue certains de mes amis ne tombent pas dans l’oubli, au nom d’une idéalisation/victimisation gay friendly de l’homosexualité. Car le déni de viol, c’est de la vraie homophobie, pour le coup!
 

2) Quand je parle des harpies, je recontextualise : c’était d’une part une comparaison (pas une analogie : comparaison n’est pas définition. Je rappelle cette évidence…), et d’autre part (et surtout!) la qualification d’un comportement, d’un acte (récurrent, mais que je ne généralise pas à toutes les lesbiennes). Je ne fais que dénoncer un phénomène méconnu du grand public (qui, par sexisme féministe misandre, idéalise les relations amoureuses lesbiennes, alors que la plupart sont tout sauf douces) : la maltraitance (emprise psychologique, chantage, disputes, harcèlement, sadomasochisme, bagarres, coups et blessures, viols, féminicides, meurtres…) au sein de beaucoup de couples lesbiens. Et ce n’est malheureusement pas un épiphénomène : cette lesbophobie lesbienne atteint un tel point (car au centre LGBT de Paris, il existait déjà depuis longtemps des « cellules de crise », des groupes de parole et de gestion de ces conflits, spécifiques à ces violences domestiques et conjugales) qu’elle a même fait l’objet il y a 3 ans d’un signalement et d’un projet de loi à l’Assemblée nationale (porté par la députée lesbienne Laurence Vanceunebrock) ! C’est dire si je n’exagère et n’invente rien (je ne fais que parler d’une réalité, et défendre de nombreuses lesbiennes qui souffrent en silence). Le terme « harpies » n’est même pas assez fort pour qualifier les comportements que certaines lesbiennes adoptent les unes avec d’autres. Des amies lesbiennes m’ont assuré « qu’elles n’étaient sorties qu’avec des folles », m’ont raconté toutes les histoires de maltraitance physique qu’elles ont vécues ou dont elles ont été témoins, me parlent de la violence dans le milieu lesbien (j’ai même rencontré une patronne de bar qui a testé la gestion d’un bar gay puis ensuite celle d’un bar lesbien : entre mecs, zéro bagarre, dans toute l’histoire de l’établissement ; en revanche, dans son bar lesbien, plusieurs bagarres. CQFD). Et les assos et clubs SM lesbiens existent depuis très longtemps dans les capitales occidentales. Par conséquent, qu’on ne vienne pas me traiter de « lesbophobe », ou me dire que je créerais ce que je dénonce. Sinon, je sortirai les gros dossiers (dossiers qui feront rougir de honte mes accusateurs, pour non-assistance à personnes en danger !)
 

3) On me présente comme « homo abstinent ». Nuance: Je n’étais pas « abstinent » (refoulement et dissimulation d’homosexualité) mais « continent » (don de mon homosexualité non-pratiquée) à l’époque. Continence que j’ai vécue exclusivement de 2011 à 2016 (Aujourd’hui, je la vis par intermittence). Je dirais à mes détracteurs ceci : d’abord, que même à l’époque de ma conférence à Stan, je ne me suis jamais posé comme modèle obligatoire (c’était mon choix perso et libre) ; ensuite, que j’ai toujours questionné (non condamné, et encore moins prohibé) la pratique homo (et il y a de quoi ! Les couples homos stables, fidèles, rayonnants et heureux, ne courent pas les rues! On est donc largement en droit de le questionner !) ; et enfin, que, jusqu’à preuve du contraire, je fais ce que je veux de mon coeur et de mon cul (tant que c’est dans le respect et le consentement des autres). Se sentir homo depuis l’enfance et bien le vivre – ce qui est mon cas -, ne m’oblige en rien à être en couple ou à défendre le couple-acte homo, que je sache. Il n’y a pas qu’une seule et unique manière d’être homo et de vivre son homosexualité. Merci de ne pas imposer votre modèle unique d’être homo (la pratique homo), en taxant l’exception d’« homophobe » ou d’« homo frustré ». Moi, je m’affiche ouvertement homo depuis plus de 20 ans, et m’assume. Y’a pire comme modèle d’homosexualité « honteuse d’elle-même »! Et je pense que mes détracteurs de Mediapart n’en ont pas fait autant.
 

4) On me dit « extrême ». Euh… Je suis de gauche (et pas « gauche caviar », et surtout pas macroniste ni mélenchoniste). De gauche chrétienne. Vous appelez ça « extrémiste »? Ça va faire 12 ans qu’en mon âme et conscience je ne vote plus à aucune élection présidentielle, et que je me fais rejeter par l’ensemble des catholiques (acquis majoritairement à la droite, à l’extrême droite, à la Franc-Maçonnerie, et au carriérisme) qui me regardent de travers, m’ignorent, me méprisent, me virent de leurs institutions, sont homophobes à mon encontre, parce que je me dis ouvertement de gauche et ami des pauvres, et que je parle d’homosexualité un peu trop à leur goût… et vous osez me dire que je suis un « catholique extrémiste » ?!? WTF.
 

5) Je n’ai jamais fait de généralités ou d’exagérations sur les homos en parlant du sujet. En prenant toujours soin d’aimer toute personne homo, de nuancer mon propos constamment (la preuve avec mon tout dernier livre Couples homosexuels : c’est quoi le problème ?, où je défends tous les avis que j’ai pu entendre sur l’homosexualité, en essayant de comprendre chacun), en luttant même contre mon propre scepticisme par rapport aux couples homos, et en montrant aussi les couples homos réussis et épanouis, les beautés et richesses de la culture homo (injustement boudée et salie par la plupart des homos eux-mêmes). Alors comment osez-vous me traiter d’homo refoulé ou d’homophobe intériorisé? Vous devriez avoir honte de vous attaquer à moi, en fait. Honte de votre homophobie (que vous déguisez en lutte contre l’homophobie intériorisée). Je suis autant homosexuel que vous. Si ce n’est plus!
 

6) Oui, j’ai parlé devant un public de jeunes. Et je ne regrette pas. Les jeunes ont besoin d’entendre parler de sexualité, d’Amour, d’homosexualité, d’homophobie, et autrement que par la doxa pro-gays qui n’explique jamais rien et qui justifie tout ce qui va dans le sens de son relativisme libertin, … car ces sujets angoissent et blessent beaucoup les jeunes d’aujourd’hui. Et je me souviens même qu’à Stanislas, j’avais reçu un super accueil, et que j’avais senti que mes interventions avaient non seulement contribué à faire reculer l’homophobie, avaient rendu l’homosexualité amicale, drôle, incarnée et accessible (j’avais même désamorcé un début de harcèlement à l’encontre d’un élève que certains commençaient à embêter parce qu’il était différent et maniéré), mais aussi avaient libéré la plupart des participants. Je ne vais pas m’excuser de ça, et encore moins laisser certains médias anticléricaux, et gays friendly homophobes, salir ce moment-là.

L’accusation d’ « homophobie intériorisée » pour se justifier d’être homophobe à mon encontre

L’homophobie intériorisée, c’est souvent l’excuse (homophobe!) que se trouve toute personne homosexuelle pour en attaquer une autre sous prétexte qu’elle n’est pas d’accord avec elle. En quelque sorte, c’est de l’homophobie communautaire, fratricide, entre homos, donc, pour le coup, bien « intériorisée », en effet.

Au revoir Ghislaine

Pointe de tristesse et émotion ce matin, lors de ma rencontre avec ma conseillère RSA (Ghislaine Fauzar, une femme extraordinaire, qui a compris mon combat, et a toujours défendu ma liberté), car j’ai appris qu’après 3 ans d’accompagnement, elle devait passer la main à un autre accompagnateur. C’était notre dernière rencontre. Nous étions tous les deux émus, car un lien de confiance s’est tissé.
 

Par ailleurs, sur le chemin du retour en métro, j’ai assisté à une scène merveilleuse : une jeune femme noire trentenaire, pas du tout illuminée, et très certainement protestante, a pris la parole dans ma rame assez bondée, non pour demander de l’argent, mais pour évangéliser et dire à tous que « Jésus nous aime et nous sauve ». Son discours était habité, et elle a pu trouver en moi, dans mon regard et mes acquiescements, un vrai soutien à distance qui a donné à son discours une joie, un zèle et du coeur. Je lui ai envoyé, au moment de descendre, des bisous de loin, et elle m’a dit, toute heureuse « Sois béni! ». Très beau moment. Le métro parisien comme je l’aime, et aussi, avec une teinte de Fin des Temps.

Maintenant, je suis limite regardé comme un homophobe par les évêques et cardinaux

Je suis étonné de voir la complaisance de beaucoup par rapport à Fiducia Supplicans : pour eux, ce document ne pose aucun problème… Ce relativisme bienpensant m’hallucine. Et beaucoup aussi ne voient pas où est le mal dans la pratique homo. Y compris des évêques et des cardinaux. Je suis même tombé sur un frère religieux qui m’a dit fièrement qu’il avait béni un couple de lesbiennes… Je suis même regardé maintenant par les catholiques et les chefs religieux comme un « excessif », voire un homophobe (après avoir été regardé comme un « souffrant »). C’est le Monde à l’envers. Et l’Église à l’envers.

Mon interview pour la revue catholique italienne Il Timone (journaliste : Raffaella Frullone)


 

Philippe Ariño, écrivain français homo et catho de 43 ans, qui vient de publier son essai Couples homosexuels : c’est quoi le problème ? (Éd. Falcon).
 

Face à Fiducia Supplicans, je suis traversé par 3 émotions très différentes ! La colère, le rire et la fascination.
 
 

1) La colère :
 

Fiducia Supplicans prouve une nouvelle fois que, même quand en apparence on parle de nous, homosexuels catholiques, on ne parle toujours pas de nous, ni avec nous !
 

Il y a des mesures nous concernant spécifiquement tellement plus urgentes que les bénédictions : nous sortir de l’isolement et de l’abandon, nous inviter, nous écouter vraiment (au lieu de parler de nous et à notre place), expliquer en quoi la pratique homo est/serait un péché, découvrir la richesse de la culture homo et la bonté/beauté des personnes homos, étudier l’hétérosexualité et l’homophobie, ouvrir le sacerdoce aux homos vraiment continents, nous aider à vivre la continence (si nous ne pouvons pas être prêtres ni nous marier), etc.
 

Moi, je ne veux absolument pas qu’on me bénisse. Je veux déjà qu’on m’aime (comme Jésus m’aime) !
 
 

2) Le rire (nerveux) :
 

On nous donne ce qu’on a jamais demandé. Et on ne nous donne pas ce qu’on demande depuis longtemps. Fiducia Supplicans est un cadeau empoisonné et un tissu de mensonges (j’en ai relevés 8) :
 

Mensonge n°1 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction ne justifie rien, ne promeut rien. C’EST FAUX. Elle promeut implicitement l’acte homo, l’union homo en tant que couple et en tant qu’Amour. Puisqu’il n’est pas question, dans le texte, de bénédiction des personnes homos prises individuellement, ou de chacune des deux personnes composant le couple homo. Il est explicitement dit « bénédictions de couples de même sexe » (l’expression est utilisée 7 fois).
 

Mensonge n°2 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction n’est pas sacramentelle, ni liturgique. C’EST FAUX : Elle est quand même distribuée par un prêtre, donc un ministre ordonné et qui distribue aussi les sacrements, et qui, quand il bénit, ne nomme en général pas le mal (en l’occurrence parce qu’il ne le voit pas dans la pratique homo fidèle et respectueuse), et ne nomme pas le chemin de conversion pour sortir de l’acte peccamineux (la continence et la séparation du couple). Donc, concrètement, sa bénédiction justifiera le couple-acte homo.
 

Mensonge n°3 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction n’a pas valeur de sacrement donc elle n’a rien à voir avec le mariage. C’EST FAUX. Il faut prendre en compte la réalité intentionnelle et fantasmatique d’une loi ou d’un rite. Ces bénédictions sont demandées comme des sacrements, ou, en tout cas, comme ce qui y conduit. Tout comme l’Union Civile était demandée comme marchepied du mariage civil, la bénédiction est, en intention, demandée comme un avant-goût du mariage religieux. Et les couples bénis ne se satisferont pas très longtemps d’un geste religieux « entre deux portes » et « clandestin ».
 

Mensonge n°4 : On nous dit que les bénédictions traditionnelles ne seront pas dénaturées par les nouvelles bénédictions. C’EST FAUX. La bénédiction religieuse est toujours individuelle (même quand elle s’adresse à une foule). Pas collective. L’Amour ne sait compter que jusqu’à 1.
 

Mensonge n°5 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction n’est pas normative, officielle, due à sa discrétion et à son caractère optionnel. C’EST FAUX. C’est une optionnalisation publique, massive et universelle. Et validée par le pape et le Dicastère. Toute minorité fait partie de la majorité, et impacte cette dernière. Et la majorité est composée de minorités.
 

Mensonge n°6 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction est biblique et christique. (On nous parle des bénédictions dans la Bible). C’EST FAUX. Je n’ai jamais vu Jésus bénir des couples adultères ou homos.
 

Mensonge n°7 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction est une aide ou une demande d’aide. C’EST FAUX. Ce n’est pas une demande d’aide pour trouver la force de vivre ce que demande l’Église (la continence) mais une demande d’adhésion, d’approbation.
 

Mensonge n°8 : On nous dit que cette nouvelle bénédiction est une manière de dire aux homos que l’Église et Dieu les aiment. C’EST FAUX. Nous aimer, c’est nommer le mal, nous demander la continence, mais en contrepartie, nous écouter, nous recevoir, nous offrir les moyens d’un apostolat de Feu incluant pleinement notre homosexualité. Et c’est aussi vous reconnaître humblement homophobes.
 
 

3) La fascination :
 

Alors que nous, homos catholiques, aimons le pape, tout en reconnaissant que Fiducia Supplicans est une erreur, nous nous retrouvons coincés entre les cardinaux progressistes qui nous veulent du bien (mais sans nous!), et les cardinaux conservateurs qui ne nous veulent rien du tout, mais qui ne veulent surtout pas parler de nous, nous laisser la parole, et qui se focalisent sur la notion de « péché » (sans jamais expliciter en quoi l’homosexualité serait un péché) et sur leur attaque contre le pape…
 

En fait, je découvre un phénomène hallucinant, à peine croyable, et qui n’est pas compris tellement il est paradoxal : malgré les apparences, les véritables artisans de Fiducia Supplicans ne sont pas les cardinaux progressistes, mais les cardinaux conservateurs et homophobes. Je sais que c’est difficile à croire, mais c’est la vérité !
 

Les traditionalistes anti-pape François se sont déjà, par le passé, illustrés par leurs vibrantes « suppliques » correctives, soi-disant filiales. Du moins, en France, ils en sont spécialistes ! En effet, pour exprimer leur désaccord (de manière doucereuse, non frontale, mais néanmoins très théâtrale, et en surjouant le désespoir éploré), ils usent en général de deux techniques discursives : soit ils habillent leur contestation ou leur indignation d’une posture faussement interrogative (ils publient des dubias, c’est-à-dire des « doutes », où ils disent hypocritement qu’ils « se questionnent »), soit ils habillent leur opposition d’une posture de passionaria éberluée et suppliante. Fiducia Supplicans porte donc, même si tout semble indiquer le contraire (mais c’est une stratégie de diversion des traditionalistes pour faire porter leur propre chapeau – ou calotte – à leurs ennemis progressistes : comme ça, ni vu ni connu), la signature du camp épiscopal et cardinalice conservateur. Eh oui !
 

Par devant, les cardinaux conservateurs nous ignorent. Par derrière, ils nous diabolisent (sous forme de « lobby », de groupe de dégénérés défilant à la Gay Pride ou dans les hémicycles, ou d’idéologie dangereuse nommée « Gender ») et ils nous méprisent (le cardinal Müller, par exemple, soutient que « l’homophobie n’existe pas » ; le cardinal Sarah a décrit le mouvement gay carrément comme « la deuxième Bête de l’Apocalypse »). Par ailleurs, au lieu d’éviter au pape et aux cardinaux progressistes de dire des conneries, ils les laissent faire, pour ensuite leur tomber dessus, en soutenant hypocritement qu’ils ne s’attaquent pas aux personnes mais à leurs discours et à leurs actes. Par exemple, à l’heure actuelle, le cardinal Sarah affirme publiquement que « s’attaquer à ‘Fiducia Supplicans’ ce n’est pas s’attaquer au Pape »… mais par derrière, il s’entoure de gens qui insultent et méprisent ouvertement le souverain pontife (son éditeur, en particulier), ou bien il emploie un langage volontaire métaphorique et surnaturel fort qui sous-entend qu’il associe le pape au « Diviseur », à l’Antéchrist et au « Prince du mensonge ». Il attend juste que la conclusion vienne des autres… Et il emploie sur les réseaux sociaux des mots cinglants (« hérésie », « diabolique ») qui violent son devoir de réserve, de respect et d’obéissance au pape, son serment cardinalice. Or, on peut être opposé à un avis ou à un document papal, sans sortir les grands mots, et sans lâcher ses chiens sur son ennemi, en soutenant après que « ce n’est pas lui mais ses chiens ».
 

Donc oui, le double jeu Docteur Jekyll and Mister Hyde de certains cardinaux me fait dire que Fiducia Supplicans non seulement les arrange beaucoup (il est une occasion en or pour s’en prendre à juste raison au pape !), mais est sans doute l’œuvre du camp qu’on n’attend pas et que personne ne soupçonnera : le camp conservateur. Le père James Martin, le cardinal Victor Manuel Fernandez, et les prélats progressistes, sont les « idiots utiles » de l’histoire. Les boucs-émissaires parfaits ! Et ça, c’est tout simplement fascinant. Le feuilleton ecclésial de l’année 2024 ! Je prépare les pop-corn ! C’est moi qui invite !

La solution, c’est les autres et c’est Dieu. Ça ne viendra pas principalement de toi.

Beaucoup de personnes dans mon entourage souffrent de dépression, de maladies. Et je les vois mal conseillées, ou courir à droite à gauche chercher dans le matériel, la consommation, les énergies, les thérapies hyper coûteuses, douloureuses et inefficaces, dispensées par des « techniciens » de la psyché, du corps, du spirituel (psychologues, magnétiseurs, médiums…), des solutions et une guérison. Et ça ne marche pas, car on leur dit, pour les flatter démagogiquement, que le remède ou le Salut est en eux, ne peut venir majoritairement que d’eux, est énergétique, technique et psychologique. Alors que je le vois : seuls l’Amour et l’amitié guérissent le coeur, puis, par voie de conséquence, la tête et le corps. Le Salut ou la guérison, même s’ils sollicitent notre petite collaboration, viennent principalement des autres et de Jésus, et non de soi ou d’une technique scientifique. Et comme par hasard, ces personnes vont beaucoup mieux, physiquement et moralement, et leur mal-être s’estompe voire s’arrête, dès lors qu’elles rencontrent des vrais amis (qui les reconnectent avec l’Amour, l’humour, la créativité, l’art, la joie, leurs talents, les réhabilitent dans leur royauté), dès lors qu’elles sortent de la logique nombriliste et égocentrée du « travail sur soi », de la technique, du « développement personnel » (qui les culpabilise tant) ou de la logique mortifère de « la solution est en toi ». La solution, écoutez-moi bien, c’est les autres et c’est Dieu. C’est se faire des amis. Ça ne peut pas venir de soi ni d’une quelconque technique énergétique et scientifique, même cosmique.